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lunedì 24 ottobre 2011

PERCHE' CI SI SPOSA?


Tutte le persone che si sposano sognano di avere un matrimonio felice, il che, purtroppo, non sempre avviene. Sempre più spesso le coppie si separano e si calcola ormai che una su due (oppure una su tre in altre statistiche) è destinata al fallimento. Altre volte la fine di un matrimonio arriva perfino con la morte provocata del partner, per mano del 'consorte', che evidentemente ha scelto di non condividere la sorte fino in fondo con la persona che ha sposato. Ci si chiede: ma come si fa ad arrivare ad un odio tanto violento nei confronti di una persona, dopo aver provato, sempre per lei, l’opposto sentimento dell’amore?

Ci sono molte ragioni. La prima è che il matrimonio è una istituzione dinamica ed in continua trasformazione, il che significa che cambia nel corso del tempo e con lei cambiano le persone in essa coinvolte. Del resto, ci sono anche coppie molto felici, che restano insieme tutta la vita, con grande soddisfazione di entrambi. Il problema riguarda, ovviamente coloro che hanno fatto questa scelta, della quale sono insoddisfatti ed anzi la considerano la rovina della propria vita.

Ma allora, se questo è il rischio e, come abbiamo visto, è un rischio così alto, perché ci si continua a sposare oggi?
Se lo chiedete a chi si sposa, vi sorprenderete nel sentire risposte di questo genere: si ricevono di bei regali, si fa una bella festa, volevo avere una casa tutta mia, potevo avere quindici giorni di ferie in più, volevo far contenta la mamma… E così via.

In realtà, per capire perché veramente ci si continua a sposare, bisogna guardare al passato ed al valore simbolico del matrimonio.

Il matrimonio è nato almeno 4.500 anni fa ed ha avuto la funzione di creare un ordine sociale e di promuovere il benessere delle persone. E sicuramente, per fare questo, non si è mai basato su un sentimento così ‘volatile’ come l’amore: c’erano faccende concrete, economiche, familiari, che facevano scegliere i giovani verso una possibilità o l’altra. Solo da poco più di un secolo ci si sposa per amore e dunque ci si basa nella scelta del con-sorte sui sentimenti e sulle passioni, anziché sulla capacità del/della partner di condividere un progetto di lungo termine. Del resto, è una caratteristica di noi esseri umani quella di innamorarci.

Quando ci svegliamo dal sogno però, è altrettanto umano accorgersi dei difetti del/della partner: trovarlo/a sgradevole, irritante, irragionevole e quant’altro. La soluzione più comune dopo questa spiacevole ‘sorpresa’ è quella di farsi l’amante, quasi per ritrovare quella felicità perduta che si sente sempre più come un diritto. In ogni caso non è una soluzione: oggi sempre più il tradimento rappresenta una causa di separazione: infatti, non si è disposti a tollerare le imperfezioni dell’altro/a e la rottura del patto di fedeltà viene considerato un motivo valido per interrompere l’unione. Succede insomma che non si riesce più a tollerare la frustrazione, a gestire le proprie emozioni. Del resto, se tutte le coppie nelle quali è accaduto un tradimento si fossero separate, nel passato, forse la nostra specie non sarebbe neanche sopravvissuta.

Freud ha visto l’amore dalla prospettiva della pulsione sessuale ed ha teorizzato che sia l’amore sia la sessualità abbiano le loro radici nell’infanzia Il primo amore di ciascuno di noi è la propria mamma, la persona cioè che non solo soddisfa tutti i nostri bisogni, ma che ci dà anche il primo piacere sessuale, con i suoi abbracci e con il suo tenero e caldo corpo. Nel/nella partner ogni persona cercherebbe dunque, consapevolmente o meno, questo ritorno all’amore materno. Ma l’amore materno è un amore diverso: è altruista, oblativo, disinteressato ed invece col partner ci si accorge che si tratta di un amore diverso, nel quale si riceve molto, ma si deve anche dare molto.

E questo delude. Se ci si sente troppo delusi, se ci si accorge di aver troppo sbagliato, l’ideale irragionevole o sovradimensionato del/della partner determina la misura dell’insoddisfazione e può portare a decidere di interrompere la relazione, anche se non a perdere l’illusione di ritrovare in un’altra persona le qualità e le capacità di riportarci alla nostra infanzia nella vita matrimoniale, attraverso la quale ‘eternizzarsi’ attraverso i figli e le generazioni che verranno.

Ecco perché, veramente, ci sposiamo.

venerdì 21 ottobre 2011



C’è la veletta retro che copre appena il viso, sempre fermata con un cerchiettobianco con grande fiocco. E i fiocchi sono i protagonisti anche degli altri accessori, cerchietti e fermacapelli. Uno stile bon ton chic anche per il cerchietto con fiocco grande e piatto in grosgrain. Per delle spose che vogliono colpire nel segno, ecco il fascinator in tulle, molto appariscente e chic, perfetto per il ricevimento e che si abbina ad un abito liscio e chic senza troppi orpelli. Per chi sceglie invece un’acconciatura raccolta, ecco il fiocco che si appunta di lato ma anche le tre roselline in stoffa leggera per rendere ancora più particolare la vostra pettinatura. Cosa ne dite? Io trovo tutti questi accessori davvero bellissimi e molto chic. Vi piacciono?

Abiti da Sposa per donne in gravidanza


Decidere quale possa essere l’Abito da Sposa più adeguato per una donna in gravidanza non è cosa difficile e introvabile, perchè anche al Mercatino Michela di Bergamo , propongono sempre abiti adeguati per ogni circostanza, soprattutto se si tratta di una meravigliosa gravidanza.
Infatti, gli Abiti proposti vantano di stupende forme e siluette uniche, per armonizzare e mettere a proprio agio la futura mamma, rendendola splendida e piena di luce...sempre con l'aiuto delle loro sarte e l'occhio esperto della TITOLARE... per valorizzare a pieno la futura mamma.

domenica 16 ottobre 2011


"...Lo stile e la moda diventano la mia vita e sono la mia scuola, ne assorbo gli insegnamenti che faranno della mia arte il mio mestiere, incontro menti geniali, creatori di stile che mi spingeranno poi a riprendere quei veli e quei merletti ed a creare attraverso la moda degli stili di vita, non solo più per le bambole, ma per tutte le persone che, attraverso i miei occhi hanno voglia di indossare un sogno diventato realtà..."

martedì 4 ottobre 2011

Moda inverno 2011 2012 il vostro look ....


Gli anni '70 continuano ad influenzare la moda, rimangono en vogue i colori fluo ma torna alla grande l'invincibile nero. La novità della stagione? Sono i maxi-coat, cappotti lunghi fin per terra. Sì anche ad abiti e gonne lunghi. Leggete il nostro ABC e aggiornate il vostro look.

lunedì 3 ottobre 2011

L'abito da sposa e gli accessori più adatti a seconda delle caratteristiche fisiche...


L'abito da sposa e gli accessori più adatti a seconda delle caratteristiche fisiche...

Sappiamo tutte che un conto è vedere l’abito da sposa fotografato o in vetrina, altra cosa è provarlo e guardarsi allo specchio. Perché ciò che piace non sempre è ciò che ci sta meglio.

Ci sono donne alte o piccoline, magre o robustelle, piatte o prosperose: noi vi diremo quali modelli sono più adatti a voi e con quali accessori abbinarli....LA NOSTRA PROFESSIONALITA' AL VOSTRO SERVIZIO !

VIA ZAMNONATE,93 BERGAMO

035/230955

sabato 24 settembre 2011

Showroom Mercatino Michela Bergamo....


Showroom .....

Abiti da sposa
eccezionali....

a prezzi .....
convenientissimi,

in più velo
e copri spalla

in lana o in seta

per chi acquista l'abito

alla prima prova.....







Via Zambonate,93

Bergamo (centro)

Telefonate.....

per un appuntamento ...035/230955

www.mercatinomichela.bergamo.it




venerdì 23 settembre 2011

La moda del riciclo...


  • FASHION: La moda del riciclo... Mercatino Michela Bergamo

  • di mercatinomichela

  • Chi di noi non ha nell’ armadio un capo d’abbigliamento che non mette più? Qualcosa che ci piaceva tanto quando l’abbiamo acquistato, ma che ora ha perso un po’ del suo fascino,ma è sempre di moda, oppure perché noi siamo cambiate e preferiamo uno stile diverso. Eppure ci dispiace liberarcene poichè legato ai nostri ricordi, e così continua ad occupare spazio nell’ armadio già intasato di cose che magari indossiamo raramente. Perché, allora, non dare proprio a quel vestito un’altra opportunità?

    Allora tentiamo di guadagnarci qualche euro

    rivendendoli al mercatino dell’usato....in Bergamo ( Via Zambonate ,93 )

    Tranquilli non è il solito mercatino polveroso e disordinato....ma è una vera boutique di capi firmati a prezzi eccezionali, dove troverete buona musica da scoltare e un buon caffè da sorseggiare con la titolare !!!!!

martedì 20 settembre 2011

lunedì 19 settembre 2011

Aticolo uscito sul " Giornale di Bergamo "


Definirlo un mercatino dell’usato sarebbe riduttivo, considerato che persino una delle più importanti penne italiche del giornalismo di moda - Fabiana Giacomotti - lo annovera tra i luoghi cult da visitare per trovare capi importanti a prezzi interessanti. Si tratta del Mercatino Michela: un emporio del bello, dove il lusso diventa accessibile a chi, altrimenti, potrebbe soltanto lustrarsi gli occhi di fronte a vetrine inarrivabili.

Perché se una raffinata borsa rouge Cartier costa quanto la paga di un impiegato, in via Zambonate (civico 93, primo piano), la si può portare a casa con 220 euro. Un’immacolata pochette di Fendi? 160 (invece di 400 euro). Un paio di occhiali da sole con montatura in madreperla Chanel? 85 euro. E l’elenco delle ghiotte occasioni sarebbe ancora lungo, ma lo rimandiamo a dopo. Prima val la pena di conoscere la titolare del negozio - la solare Michela Montanari (nel tondo), pugliese, 52 anni splendidamente portati, trapiantata a Bergamo dal 1991 - e fare un tuffo nella storia di un’attività che, in 20 anni, è diventata punto di riferimento nell’intero Paese per gli abiti da sposa a buon mercato (dai 240 fino ai 1200 euro, ma solo quando si tratta di pura seta). «Dopo la maturità artistica, a Taranto, iniziai a lavorare per alcuni stilisti, disegnando linee che si rifacevano alla "moda Positano". Poi la decisione di trasferirmi a Milano, proseguendo il mio lavoro di stilista, fino a quando conobbi il Mercatino Michela di Milano: con la titolare si instaurò subito un feeling particolare e, a 23 anni, divenni responsabile del negozio. Ma, come in ogni storia, ecco l’amore: mio marito lavorava a Bergamo e, da lì, la decisione di spostarci qui e aprire, nel 1991, un qualcosa che ancora non c’era ed era di difficile comprensione. Il perbenismo di una città piccola comportava un atteggiamento di diffidenza nei confronti dei capi di seconda mano. C’è chi addirittura aveva paura nell’entrare a vendere i propri capi, per il timore che "la gente" l’additasse come povero. Poi, per fortuna, la mentalità è cambiata: oggi ho 2700 clienti registrate nel mio computer; in molte ogni sei mesi svuotano gli armadi per riempirli con le collezioni nuove. Si tratta di signore della Bergamo bene, abituate a rifarsi il guardaroba ad ogni stagione nelle più prestigiose boutique milanesi e orobiche. Piuttosto che dare capi tanto preziosi in beneficenza o regalarli a qualcuno - che potrebbe non gradire il gesto, offendendosi - mi portano qui shopping bag cariche di indumenti e accessori e affidano a me il compito di selezionare cosa tenere in conto vendita e cosa no».
Sì, perché da Mercatino Michela non entrano patacche o simili: «Ritiro solo capi in perfetto ordine, già portati in tintoria, di moda, che a prima vista sembrino addirittura nuovi. E di marchi prestigiosi: partiamo da Pinko o Patrizia Pepe, fino ad arrivare ai grandi nomi della moda mondiale. Gli abiti da sposa devono avere uno o massimo due anni. Le scarpe? Le prendo solo se non sono mai state indossate». E l’acquirente tipo? «Anche in questo caso, direi che si tratta di donne benestanti, libere professioniste o mogli di piccoli industriali, che sanno che venire da me significa trovare un abito di 1000 euro a 200. Più donne che uomini, perché questi ultimi hanno il vizio di consumare troppo i capi: e io non accetto nulla di liso».
Ma parliamo del fiore all’occhiello: gli abiti da sposa. «La crisi? E chi l’ha sentita! Direi che è stata proprio quella a indurre un incremento significativo nelle vendite. Ad occhio e croce un 40% in più. Arrivano future spose da Mantova, Milano, Verona, Brescia o Roma. Addirittura due da Parigi e dal Belgio: mi avevano scoperta in internet. Alcuni capi arrivano da atelier, altri sono di seconda mano: in questo caso sono scrupolosissima, perché mi sincero che non abbiano macchie o segni di alcun tipo. Come in un classico negozio di abiti da sposa facciamo le prove: io seguo anche la parte sartoriale - essendo figlia di una sarta - ma comunque mi affido a una sartoria esterna. Per le scarpe, invece, mi appoggio a un negozio di Mozzo, che le realizza su misura. Amo essermi specializzata in questo ambito, perché aiuto le ragazze ad arrivare al giorno più bello della loro vita senza essersi dissanguate». Ma c’è una curiosità che mi assale: cosa spinge una donna sposata a vendere il suo abito? «Le case sono sempre più piccole e gli abiti da sposa sono molto ingombranti: così vanno a finire diritti negli armadi delle mamme. Molte ragazze, piuttosto che lasciarli lì a prendere polvere, li portano qua e con quanto guadagnato dalla vendita si comprano un bracciale o una collana da portarsi sempre addosso, che simboleggi comunque quel giorno».
Ma facciamo una carrellata dei prezzi di tutto ciò che il mercatino offre. Abiti da cerimonia da uomo marca Pignatelli a 350 euro (in seta); un paio di chanel Ferragamo nuove 120 euro (costerebbero almeno il triplo); una shopping gialla di Prada 220 euro; un piumino Golia 250 (e non 600 euro); un delizioso abitino Etro in velluto e seta a 220 euro (e non un migliaio); uno smanicato di Pucci 220 euro (invece di 480); stivali in cuoio C’n’c 150 euro (di listino 600); passando ai cappotti un Ferragamo 380 (e non 1000), un Prada foderato in seta 220, un Burberry in lana cotta 360; trittico di sfiziosi abiti da sera Gucci, Aspesi e Etro, rispettivamente a 240, 260, 160 euro; tubini Dolce & Gabbana da 85 a 220 euro. E, se proprio si volesse spendere "un deca" per un pensierino, bracciali in pietre dure a 12 euro.
Dopo aver creato un tale paradiso del risparmio, quali altri sogni avrà questa dinamica e solare tarantina? «Continuare con il mio lavoro e soddisfare le mie clienti con le quali, ormai, ho un rapporto di amicizia. Tante passano solo per un saluto, per fare due chiacchiere e bere un caffè. Poi si congedano e mi dicono: "In questo posto mi ricarico"». Un cruccio, però, ce l’ha. Lei - che è sinonimo di abiti da sposa - ha due figlie (ed è persino nonna): una convive da 9 anni, l’altra da 10.
E la mamma ancora non ha potuto far indossare loro gli abiti bianchi che l’hanno resa celebre. Perfino a Parigi