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sabato 24 settembre 2011

Showroom Mercatino Michela Bergamo....


Showroom .....

Abiti da sposa
eccezionali....

a prezzi .....
convenientissimi,

in più velo
e copri spalla

in lana o in seta

per chi acquista l'abito

alla prima prova.....







Via Zambonate,93

Bergamo (centro)

Telefonate.....

per un appuntamento ...035/230955

www.mercatinomichela.bergamo.it




venerdì 23 settembre 2011

La moda del riciclo...


  • FASHION: La moda del riciclo... Mercatino Michela Bergamo

  • di mercatinomichela

  • Chi di noi non ha nell’ armadio un capo d’abbigliamento che non mette più? Qualcosa che ci piaceva tanto quando l’abbiamo acquistato, ma che ora ha perso un po’ del suo fascino,ma è sempre di moda, oppure perché noi siamo cambiate e preferiamo uno stile diverso. Eppure ci dispiace liberarcene poichè legato ai nostri ricordi, e così continua ad occupare spazio nell’ armadio già intasato di cose che magari indossiamo raramente. Perché, allora, non dare proprio a quel vestito un’altra opportunità?

    Allora tentiamo di guadagnarci qualche euro

    rivendendoli al mercatino dell’usato....in Bergamo ( Via Zambonate ,93 )

    Tranquilli non è il solito mercatino polveroso e disordinato....ma è una vera boutique di capi firmati a prezzi eccezionali, dove troverete buona musica da scoltare e un buon caffè da sorseggiare con la titolare !!!!!

martedì 20 settembre 2011

lunedì 19 settembre 2011

Aticolo uscito sul " Giornale di Bergamo "


Definirlo un mercatino dell’usato sarebbe riduttivo, considerato che persino una delle più importanti penne italiche del giornalismo di moda - Fabiana Giacomotti - lo annovera tra i luoghi cult da visitare per trovare capi importanti a prezzi interessanti. Si tratta del Mercatino Michela: un emporio del bello, dove il lusso diventa accessibile a chi, altrimenti, potrebbe soltanto lustrarsi gli occhi di fronte a vetrine inarrivabili.

Perché se una raffinata borsa rouge Cartier costa quanto la paga di un impiegato, in via Zambonate (civico 93, primo piano), la si può portare a casa con 220 euro. Un’immacolata pochette di Fendi? 160 (invece di 400 euro). Un paio di occhiali da sole con montatura in madreperla Chanel? 85 euro. E l’elenco delle ghiotte occasioni sarebbe ancora lungo, ma lo rimandiamo a dopo. Prima val la pena di conoscere la titolare del negozio - la solare Michela Montanari (nel tondo), pugliese, 52 anni splendidamente portati, trapiantata a Bergamo dal 1991 - e fare un tuffo nella storia di un’attività che, in 20 anni, è diventata punto di riferimento nell’intero Paese per gli abiti da sposa a buon mercato (dai 240 fino ai 1200 euro, ma solo quando si tratta di pura seta). «Dopo la maturità artistica, a Taranto, iniziai a lavorare per alcuni stilisti, disegnando linee che si rifacevano alla "moda Positano". Poi la decisione di trasferirmi a Milano, proseguendo il mio lavoro di stilista, fino a quando conobbi il Mercatino Michela di Milano: con la titolare si instaurò subito un feeling particolare e, a 23 anni, divenni responsabile del negozio. Ma, come in ogni storia, ecco l’amore: mio marito lavorava a Bergamo e, da lì, la decisione di spostarci qui e aprire, nel 1991, un qualcosa che ancora non c’era ed era di difficile comprensione. Il perbenismo di una città piccola comportava un atteggiamento di diffidenza nei confronti dei capi di seconda mano. C’è chi addirittura aveva paura nell’entrare a vendere i propri capi, per il timore che "la gente" l’additasse come povero. Poi, per fortuna, la mentalità è cambiata: oggi ho 2700 clienti registrate nel mio computer; in molte ogni sei mesi svuotano gli armadi per riempirli con le collezioni nuove. Si tratta di signore della Bergamo bene, abituate a rifarsi il guardaroba ad ogni stagione nelle più prestigiose boutique milanesi e orobiche. Piuttosto che dare capi tanto preziosi in beneficenza o regalarli a qualcuno - che potrebbe non gradire il gesto, offendendosi - mi portano qui shopping bag cariche di indumenti e accessori e affidano a me il compito di selezionare cosa tenere in conto vendita e cosa no».
Sì, perché da Mercatino Michela non entrano patacche o simili: «Ritiro solo capi in perfetto ordine, già portati in tintoria, di moda, che a prima vista sembrino addirittura nuovi. E di marchi prestigiosi: partiamo da Pinko o Patrizia Pepe, fino ad arrivare ai grandi nomi della moda mondiale. Gli abiti da sposa devono avere uno o massimo due anni. Le scarpe? Le prendo solo se non sono mai state indossate». E l’acquirente tipo? «Anche in questo caso, direi che si tratta di donne benestanti, libere professioniste o mogli di piccoli industriali, che sanno che venire da me significa trovare un abito di 1000 euro a 200. Più donne che uomini, perché questi ultimi hanno il vizio di consumare troppo i capi: e io non accetto nulla di liso».
Ma parliamo del fiore all’occhiello: gli abiti da sposa. «La crisi? E chi l’ha sentita! Direi che è stata proprio quella a indurre un incremento significativo nelle vendite. Ad occhio e croce un 40% in più. Arrivano future spose da Mantova, Milano, Verona, Brescia o Roma. Addirittura due da Parigi e dal Belgio: mi avevano scoperta in internet. Alcuni capi arrivano da atelier, altri sono di seconda mano: in questo caso sono scrupolosissima, perché mi sincero che non abbiano macchie o segni di alcun tipo. Come in un classico negozio di abiti da sposa facciamo le prove: io seguo anche la parte sartoriale - essendo figlia di una sarta - ma comunque mi affido a una sartoria esterna. Per le scarpe, invece, mi appoggio a un negozio di Mozzo, che le realizza su misura. Amo essermi specializzata in questo ambito, perché aiuto le ragazze ad arrivare al giorno più bello della loro vita senza essersi dissanguate». Ma c’è una curiosità che mi assale: cosa spinge una donna sposata a vendere il suo abito? «Le case sono sempre più piccole e gli abiti da sposa sono molto ingombranti: così vanno a finire diritti negli armadi delle mamme. Molte ragazze, piuttosto che lasciarli lì a prendere polvere, li portano qua e con quanto guadagnato dalla vendita si comprano un bracciale o una collana da portarsi sempre addosso, che simboleggi comunque quel giorno».
Ma facciamo una carrellata dei prezzi di tutto ciò che il mercatino offre. Abiti da cerimonia da uomo marca Pignatelli a 350 euro (in seta); un paio di chanel Ferragamo nuove 120 euro (costerebbero almeno il triplo); una shopping gialla di Prada 220 euro; un piumino Golia 250 (e non 600 euro); un delizioso abitino Etro in velluto e seta a 220 euro (e non un migliaio); uno smanicato di Pucci 220 euro (invece di 480); stivali in cuoio C’n’c 150 euro (di listino 600); passando ai cappotti un Ferragamo 380 (e non 1000), un Prada foderato in seta 220, un Burberry in lana cotta 360; trittico di sfiziosi abiti da sera Gucci, Aspesi e Etro, rispettivamente a 240, 260, 160 euro; tubini Dolce & Gabbana da 85 a 220 euro. E, se proprio si volesse spendere "un deca" per un pensierino, bracciali in pietre dure a 12 euro.
Dopo aver creato un tale paradiso del risparmio, quali altri sogni avrà questa dinamica e solare tarantina? «Continuare con il mio lavoro e soddisfare le mie clienti con le quali, ormai, ho un rapporto di amicizia. Tante passano solo per un saluto, per fare due chiacchiere e bere un caffè. Poi si congedano e mi dicono: "In questo posto mi ricarico"». Un cruccio, però, ce l’ha. Lei - che è sinonimo di abiti da sposa - ha due figlie (ed è persino nonna): una convive da 9 anni, l’altra da 10.
E la mamma ancora non ha potuto far indossare loro gli abiti bianchi che l’hanno resa celebre. Perfino a Parigi

domenica 18 settembre 2011

Sono due tradizioni classiche del matrimonio


Sono due tradizioni classiche del

matrimonio

il lancio del bouquet e quello

della giarrettiera.

Quest’ultimo è comunque meno

usato in Italia, però in alcune
regioni è molto in auge .


Sono diverse le leggende e le storie che si raccontano in riferimento a queste due

tradizioni. Ne abbiamo riassunto alcune per i due casi.

Ma prima ricordate che......

IL giorno delle nozze, la sposa è tenuta ad indossare: “qualcosa di nuovo, qualcosa

di usato, qualcosa di prestato e qualcosa di blu” (tradizione inglese del 19º secolo)

.Ebbene, l’elemento blu (colore simbolo della fedeltà e purezza del matrimonio)

può essere appunto la “giarrettiera da lancio”.Lancio della giarrettiera.

Secondo le varie fonti, la giarrettiera dovrebbe essere sfilata dallo sposo e lanciata verso gli invitati.

Colui che la riceverà, tra gli invitati maschi , sarà il primo a sposarsi.

In Francia, la giarrettiera viene tagliata in pezzettini e distribuita agli invitati

contro un piccolo contributo in denaro.

Un’altra versione nota, relativa a quest’oggetto molto sexy, vorrebbe che lo sposo

osse solito regalare la giarrettiera della sposa al fantino che arrivava prima in una

corsa di cavalli; corsa che faceva parte della cerimonia di nozze nel XIX secolo.

Il lancio della giarrettiera simboleggerebbe la verginità della sposa,....

he con il matrimonio vede il suo passaggio a donna sposata e la conseguente

perdita della stessa.

Lancio del bouquet.

Al lancio del bouquet siamo in Italia molto più abituati.

È proprio un classico dei classici e nessuna sposa dal nord al sud, dall’est all’ovest

dello stivale ci rinuncerebbe.

Il bouquet è rappresentativo della sposa, fiore tra i fiori, e della sua bellezza che

viene messa in evidenza con un decoro tanto delicato.

Questo rituale è molto più noto ed è anche abbastanza preciso:

di solito, la sposa si mette di spalle alle amiche e lo lancia.

La prima donna non sposata che lo afferrerà convolerà a pronte nozze.

Le varianti più moderne, permettono alla sposa di lanciare i fiori separatamente, in

modo da colpire più persone.

Avendo, inoltre, un valore molto sentimentale, la sposa spesso si accorda con

l’amica, che riceverà il bouquet,

perché le sia restituito ed entri a far parte del particolare album dei ricordo di un

giorno tanto indimenticabile.

sabato 10 settembre 2011

RUCHES



Un vero e proprio inno al romanticismo : non semplicemente rusches ma , piuttosto, volute di tessuti impalpabili ( seta,chiffon, garza) che impreziosiscono abiti da cocktail dal mood retrò . Non tutte possono permettersi mise effetto origami: se la tua silhouettenon è slim punta piuttosto sugli accessori,sempre chic.

giovedì 8 settembre 2011

La storia dell'Abito da Sposa





La storia dell'Abito da Sposa



L'abito da sposa è quasi certamente l'abito più particolare per stile e carica simbolica che qualsiasi donna custodisce nel proprio armadio. Gli stili che possono accompagnare la realizzazione di un abito del genere, sono tanti e diversi, ispirazioni romantiche, linee morbide o più decise, la scelta dei tessuti per non parlare del colore e dell'ampiezza;  c'è da perdersi fra tessuti preziosi, proposte classiche e nuove tendenze e chissà, viene da chiedersi se sia sempre stato tanto impegnativo sceglierlo questo abito da sposa, considerando che parliamo di una tradizione e di una storia che iniziano decisamente tanto tempo fa.

L'abito da sposa è parte della storia del costume e le sue sembianze raccontano non solo lo stile dell'epoca, ma anche il significato e i valori che il matrimonio incarnava nelle varie epoche.
Per la Roma antica il matrimonio ha essenzialmente una funzione sociale, è il legame che sancisce l'alleanza dei nuclei familiari, le unioni vengono stabilite quando i futuri sposi sono ancora bambini, scelte che maturano per la tutela e la promozione di precisi interessi sociali, economici e politici.
La sposa, che riceveva il proprio abito in dono dalla famiglia d'origine, nel giorno del matrimonio indossava una tunica di colore bianco, chiusa dal cosiddetto 'nodo d'Ercole' un nodo che non poteva essere sciolto da nessuno se non dallo sposo. I capelli le venivano acconciati e raccolti facendo sei trecce per rendere onore alle Vergini vestali, quindi le veniva posta sul capo una corona realizzata intrecciando dei gigli, come simbolo di purezza,  spighe di grano di buon auspicio per la fertilità, del mirto per  la longevità e rami di rosmarino a simboleggiare la virilità maschile. La sposa inoltre portava un velo di colore simile al giallo dello zafferano, una tinta che  simboleggiava il fuoco di Vesta, Dea protettrice del focolare; il velo poteva essere tolto solo dopo che il matrimonio era stato consumato.  A partire dal X secolo il matrimonio assume, come sacramento religioso e come atto che sancisce un legame fra due persone, un importanza più sentita, non a caso in questo periodo la religione istituisce una cerimonia apposita per la celebrazione dei matrimoni. La sposa in questo periodo non segue uno stile particolare nella scelta dell'abito, semplicemente indossa il suo capo più bello ed importante, un abito che vestirà ancora in tutte quelle circostanze che richiederanno un abbigliamento particolarmente elegante,  generalmente si trattava di abiti dai colori caldi e accesi. Nel XVI secolo fa il suo trionfale ingresso nello stile dell'abito nuziale lo strascico, socialmente importante era indice del prestigio della famiglia di appartenenza della sposa,  più lo strascico era lungo e impreziosito da ricami, maggiore era l'influenza della famiglia. Anche le maniche degli abiti diventano più importanti in questo periodo, con ricami e intarsi con pietre preziose.
Il XVII secolo vede un ridimensionamento nell'ampollosità dei festeggiamenti che diventano più tranquilli ed intimi, un minor sfarzo che compensa il maggior impegno profuso nel corredo e nella dote della sposa, mentre l'abito è spesso usato e comunque da riutilizzare ancora dopo il matrimonio. L'apice del fasto si raggiunge nel XVIII secolo quando gli abiti diventano non solo preziosi ma si compongono di più capi, tutti rigorosamente ricamati, dalle culottes in seta, alle redingote ai gilet;A partire dal XIX secolo si assiste alla nascita di consuetudini che arrivano fino ai giorni nostri, si comincia ad utilizzare il bianco per l'abito della sposa perchè ne esprime la purezza, vengono  introdotti i guanti e il ricevimento degli sposi diventa una prassi così come la famosa torta nuziale. Negli anni 30' poi fa la sua apparizione l'abito bianco accessoriato di velo e con tanto di bouquet, dando corpo al modello attuale di abito da sposa. 



mercoledì 7 settembre 2011

La nostra serieta' e la nostra professionalita' ci distingue da piu' di 30 anni ...
nell'abbigliamento di seconda mano


USATO ....DA PRIVATI O IN SFILATE!

Bellissimi abiti da sposa da soli 300,00 euro in su ... possibilita' di modifiche sartoriali ....
+ VELI E STOLE CONFEZIONATE DALLE NOSTRE SARTE


Abiti donna ( MOSCHINO-DOLCE&GABBANA-MAXMARA-BLUMARINE) DA 60,00 - 95,00 - 120,00 - 240,00 EURO


MAGLIE - GONNE - PANTALONI - JEANS -


BORSE FIRMATE -FENDI DA 180,00 - ARMANI DA 140,00 - PRADA DA 80,00 - ETC...